I premi
 
 

Mi sono accorta, giorni fa, che  nel fiume di notizie che ho messo on-line in questo mio sito non ce n’è nessuna che riguardi i Premi, i Riconoscimenti, le Onorificenze che ho accumulato nella mia lunghissima carriera.

Che vorrà dire? Che mi sono indifferenti?  Non credo proprio. Anzi, sono molto riconoscente verso tutti coloro che hanno voluto manifestarmi così la loro ammirazione.

E allora?  Modestia? Non credo; sono riservata, ma non modesta. Timidezza? In parte sì.

Stemmi femminili Grande Ufficiale della RepubblicaPer esempio: anni fa mi hanno fatto Grand’Ufficiale della Repubblica. Mi guardo bene da indossarne le insegne (anche il piccolo distintivo) alle occasioni ufficiali. (C’era una mia vecchia collega, della quale non dirò il nome neanche sotto tortura, che si presentava sempre con fusciacca, nastro con medaglia, insegne varie).

L’altro giorno, parlando al telefono con un caro amico, gli ho detto, scherzando:  ”Attento a come mi tratti. Sono un Grand’Ufficiale! ” E lui, tutto serio: “Davvero? Non lo sapevo! Complimenti! Vedrai che fra poco ti faranno anche Commendatore…”. Non sapeva, il meschino, che Commendatore è meno importante, insomma, viene prima.

Tralascio l’infinità di premi che io definisco “turistici”. Di solito te li danno d’estate, in prestigiose località al mare o in montagna. Sono oggettini o targhette in genere orribili, che hanno il solo scopo di creare, per gli enti turistici, l’occasione per organizzare una serata, con qualche nome di spicco, a beneficio dei turisti del momento. Sono ormai più di trent’anni che rifiuto di farmi coinvolgere in questi giochini locali.

Poi ci sono i premi importanti, con giurie prestigiose e motivazioni lusinghiere.
Ve li elenco qui, alla rinfusa:

Nettuno d’oro – Bologna-  Per me molto importante perché assegnato dal pubblico. Che al Teatro Comunale votava su una piccola scheda dopo ogni spettacolo. L’ho vinto per due anni di fila (Figlia di Jorio  e  Spettri). Il terzo anno hanno cambiato regolamento, perché rischiavo di vincere anche quella volta.

Premio San Genesio

Premio Duse

Premio Renato Simoni

Maschera d’argento

Premio Flajano (due volte)

Premio Sipario (due volte. La prima volta a New York. Mi fu consegnato nel Teatro Danny Kaye. Feci un mio bel discorsino di ringraziamento in inglese e poi recitai Dante (Paolo e Francesca), in italiano – naturalmente.

Premio:  Una vita per il Teatro o, alternativamente, Premio alla carriera.  Sono due diciture che esecro.  Ne ho avuti a diecine. E li ho tutti cordialmente odiati.  Mi sembrano menagramo, mi suonano come i “coccodrilli” che le redazioni dei giornali hanno pronti in caso dell’ improvviso decesso del personaggio in questione.

Giorgio NapolitanoTutta questa lunga sfilza per introdurvi l’ultimo, il Premio De Sica,  che il 22 Novembre 2007  mi è stato consegnato personalmente dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Una grande emozione. Ero nervosa come un gatto.

Gian Luigi Rondi mi aveva chiesto di fare un piccolo discorso introduttivo ai Premi.
L’ho fatto. Non facile, davanti agli occhi del Presidente e  di decine di tuoi colleghi che ti scrutano con quella fiammella d’ironia che è insopprimibile nella gente dello spettacolo.
E’ andato tutto bene, pare, e sono stata molto complimentata e festeggiata.
 
Giulio ha registrato la cerimonia e l’ha messa on-line per voi, se mi avete letto fin qui e vi andasse di vederla potete cliccare qui Guarda il video. Ci terrei che lo faceste.

Anna e il presidente della Repubblica Giorgio NapolitanoIn fondo è solo per questo che ho scritto questo sproloquio sui Premi. Per farvi vedere come mi pavoneggio al Quirinale e farvi ammirare il mio vestito viola, in barba a tutte le superstizioni teatrali.