Tra 2007 e 2008
 
 

“Andrò per titoli”, come dice mia figlia Antonia, quando mi deve elencare una serie di cose senza impegnarsi troppo in commenti ed eventuali recriminazioni.
Io “andrò per titoli e per date e per luoghi” per non abusare della vostra pazienza.

4 Settembre 2007 – Milano
Teatro di Verdura della Biblioteca del Senato.
E’ un giardino incantevole, al centro di Milano, a via Senato.
Alberi centenari e, a far da sfondo alla pedana costruita per le esibizioni, un tempietto neoclassico. Ideale per Savinio.Il Teatro di Verdura
E infatti facciamo la nostra amata Anna dei Pianoforti, io e il pianista Antonio Sardi de Letto, su testi di Alberto Savinio.
Tempo freddino, pubblico caloroso. Ma, all’inizio, un gran vento che stacca ramoscelli e foglie dagli alberi. Se ci vengono in testa, pazienza. Ma se cadono sulle corde dello Steinway con l’ala aperta è un po’ un guaio. Con la coda dell’occhio vedo Antonio che mentre suona libera ogni tanto una mano per spazzare via dalle corde qualche rametto o qualche ghianda.
Poi, miracolosamente, il vento cala di colpo, e proseguiamo la serata in un crescendo di calore e di consensi.

10 Ottobre 2007 – Roma
Vado in una rinomata e costosissima Casa di Cura per un day-hospital  a fare un check-up (che alla mia età è un po’ doveroso). Esperienza allucinante.
Queste suore, o grassissime o magrissime, hanno occhi di ghiaccio, mai un lampo di simpatia o di considerazione, mi portano di qua e di là freddamente, come un fantoccio, senza spiegarmi cosa stiamo facendo. Gli esami mi sembrano frettolosi e approssimativi. Mi riportano in camera e mi dicono: aspetti. Passano ore e non vedo nessuno. Stremata dalla noia mi sdraio sul letto e devo essermi appisolata perché sento bussare sgarbatamente alla porta e…casco dal letto come una pera cotta. Non mi rompo niente, ma mi ammacco un po’. Sembrano indifferenti.
Ho parlato male degli occhi delle suore. (Del resto anche le monache della mia scuola elementare, a Gorizia, erano così. Fredde. Povere di pietà).
E allora per farmi perdonare vi trascrivo qui alcune frasi che mi hanno colpito e commosso e che Suor Madre Teresa di Calcutta pronunciò l’11 Dicembre 1979 quando le attribuirono il premio Nobel:

Suor Madre Teresa di Calcutta"Se guardiamo nelle nostre famiglie, è difficile trovare uno che sorrida all’altro; e quel sorriso sarebbe l’inizio dell’amore. Cerchiamo dunque di incontrarci l’un l’altro con un sorriso, poiché il sorriso è l’inizio dell’amore. Ricordo che, tempo fa, venne a casa nostra un gruppo di professori degli Stati Uniti. Prima di andarsene mi chiesero: "Ci dica qualcosa che possa esserci utile, qualcosa che ci aiuti ad essere migliori".
Dissi loro: "Sorridetevi vicendevolmente: sorridetevi gli uni gli altri, dedicate un po’ di tempo gli uni agli altri. Sorridete."


Dubito che le suore della mia clinica romana queste parole le abbiano mai lette. O che, se le hanno lette, le abbiano capite.

Ottobre 2007  - Roma
Radio 3, per la sua bellissima trasmissione, il Terzo Anello, mi propone di leggere, in 21 puntate, tutto Il bell’Antonio, di Vitaliano Brancati. (Avevo letto per loro, anni fa, tutto Al faro di Virginia Woolf).
Mi metto al lavoro con gioia. Il romanzo purtroppo va tagliato almeno di un terzo per rientrare nei tempi radiofonici. Lavoro, lavoro e….non concludo niente. Ogni giorno, sedendomi al tavolo per lavorare, sento che le zampe di dietro frenano, come quelle dei cani quando non vogliono proseguire. Mi sforzo. Niente da fare. Le zampe continuano a frenare, fino a bloccarsi.
E allora finalmente ho capito: non è possibile che una donna legga il Bell’Antonio. Spiegare perché ci farebbe addentrare in discorsi troppo complessi.
Abbiate fede: non è possibile.
E infatti l’ha letto, egregiamente, Remo Girone.

22 Novembre 2007  -  Roma
Premio De Sica. Ne parlo diffusamente nel capitolo del mio sito intitolato PREMI. C’è perfino un video con la riproduzione del mio discorso al Presidente Napolitano. Lì c’è tutto. La mia timidezza, il mio coraggio, la mia faccia tosta e…il mio vestito viola, in barba alle superstizioni dei teatranti.

21 Dicembre 2007  - Trento
Siamo ancora, per pochi giorni, nel centenario della nascita di Vitaliano Brancati.
Lettura, al Teatro Sociale, di Viaggio attraverso Brancati , con Antonia.
Ritrovo la mia Trento (ci sono nata, in via Brigata Acqui – chissà se c’è ancora) ingentilita, più colorata, quasi gaia. E’ sempre stata elegante, raffinata, ma era un po’ severa, un po’ grigia. Adesso sorride.
Bravo Sindaco!

2008

Gennaio - Roma
Passo quasi tutto il mese assediata da una dozzina di enormi scatoloni di cartone in cui vado stipando, ma non a caso, con metodo, i miei materiali da mandare al Gabinetto Vieusseux di Firenze.
Foto di scena e private, copioni, lettere spedite e ricevute. Diari. Ritagli stampa. Interviste. Risposte a questionari. Critiche, ecc.
Il grosso del lavoro lo feci 10 anni fa, quando grazie alla generosità di Enzo Siciliano fu creato al Vieusseux un Fondo Proclemer. Gloria Manghetti e i suoi collaboratori vanno catalogando da allora i miei materiali con una pazienza, una cura e una perizia infinite. Ma in 10 anni quanta roba si è di nuovo accumulata!
Mi ritrovo la sera con la schiena a pezzi e le braccia indolenzite.
Però sono felice di farlo. Noi attori di teatro scriviamo il nostro nome sull’acqua. E a volte, per fortuna, anche nel cuore di alcune creature del pubblico. Ma non è male che di tanto lavoro rimanga anche qualche testimonianza concreta, da consultare eventualmente in futuro. Questi materiali, prima di spedirli, li devo naturalmente rileggere, operando via via una serie di scelte. E’ un tuffo nel passato, nei ricordi, in avvenimenti a volte dimenticati; rivedo facce che non ricordavo più; rileggo parole che erano svanite dalla mia memoria. A volte è un’esperienza tenera, piacevole; però spesso ho l’impressione di uscirne con l’anima ferita, inquinata. La capanna del mio equilibrio psichico (sempre un po’ traballante) che mi sono costruita in tanti anni di vita, sembra scricchiolare con un suono sinistro.

18 Marzo 2008  -  Roma
Brancati con Anna e AntoniaAl Teatro Quirino, sempre con Antonia, lettura di Viaggio attraverso Brancati.  Siamo, per qualche mese, fuori dal centenario della nascita, ma era impensabile non fare questa lettura anche a Roma.
Quegli  amici romani, gli amici di Rosati, di Doney, di via Veneto, del Mondo…..Moravia, Patti, De Feo, Pannunzio, Bartoli, Cardarelli, Flajano….non ci sono più. Come si è impoverita la mia vita!
Ma vedo comunque in platea tante facce conosciute e affettuose, e la serata è stata calda di emozioni condivise.

30 Maggio 2008
Oggi compio 85 anni. Facciamo una gran festa, qui a casa.
Dopo giorni e giorni di pioggia il tempo è splendido e possiamo stare anche in giardino, che è al suo meglio in questa stagione. Rose, ortensie e gardenie, gardenie stupende. Gli amici me ne hanno portate altre tre piante, cariche di fiori.
Il catering è ottimo. Arriva, oltre ai due camerieri, anche un cuoco che monta un’incannucciata lì dietro, dalla parte della cucina, e in un suo pentolone cuoce come antipasti una serie di piccoli e svariati fritti assolutamente divini.
E’ l’unica cosa che mangio. Sono eccitata e tesa, e mentre gli amici banchettano mi aggiro da un gruppo all’altro, cercando di intrattenere tutti e di non scontentare nessuno.
Poi, consumata l’inevitabile cerimonia della torta (ho fatto confezionare una piccola torta finta con 85 candele – un mare di fuoco! – e una grande torta vera senza sgocciolamenti di cera), cantato lo stra-inevitabile Happy Birthday to You, io prendo il microfono e invito gli amici a esibirsi. Comincio io con Sant’Ambrogio  di Giusti (perfetta, in questo tempo di indegne insofferenze  razziste, questa poesia che ti racconta la scoperta di una fraternità, attraverso la musica, con coloro che i Potenti, per le loro ignobili mire, ti costringono a considerare un tuo nemico).
Lelio LuttazziLelio Luttazzi, dopo di me,  ci incanta al pianoforte con le sue geniali divagazioni swing and blues.  
Rossana Casale si unisce a lui e duettano, all’impromptu, senza aver provato, ma il risultato è brillantissimo.
Giorgio Albertazzi ci regala il suo magnifico Riviere di Montale.
Franco Graziosi Quant’è bella giovinezza  di Lorenzo il Magnifico.
Vittorio Viviani alcune delle sue rivisitazioni comiche di canzoni famose come My Way e La Bohème.
Mario Maranzana legge un’incantevole poesia che ha scritto per me, per questa occasione. I miei Musici non c’erano, purtroppo, impegnati altrove per dei concerti. Peccato. Un po’ di Chopin e di Schumann non ci sarebbero stati male, per chiudere.
Comunque è stata una serata perfetta. Niente è andato storto. Un bel regalo che mi ha fatto la Sorte, per il mio compleanno.

11 Giugno 2008 – Padova

Al Teatro Verdi, serata d’onore, nel decimo anniversario della morte, di Lucia Valentini Terrani – sublime mezzosoprano. Era una gran donna e per me una cara amica, insieme al marito Alberto Terrani, innamorato pazzo del teatro.
Faccio Regine. Che è poi, con altro titolo La donna e il potere che presentai l’estate scorsa a Macerata per il Festival di Pier Luigi Pizzi. Il quale questa sera è in platea, con Anna Maria Guarnieri, Raina Kabaivanska, Katia Ricciarelli e tanti attori e cantanti.
Regine, sì. Chi più Regina della grande Lucia?

18 Giugno 2008 – Ferrara – Castello Estense
Una nuova, bella avventura con i miei Musici.
Antonio Sardi de Letto e Orietta CaianielloQuesta volta, insieme ad Antonio, c’è la pianista Orietta Caianiello, sua partner in prestigiosi concerti per due pianoforti in Italia e all’estero.
Si tratta di Cenerentola. Adattamento per due pianoforti della Suite che Serghiei Prokofiev  trasse  dal suo famoso balletto “Cenerentola”, scritto fra il 1941 e il 1943.
Pensa che coincidenza. La “Cenerentola” di Rossini è stato il cavallo di battaglia di Lucia Valentini Terrani,  a cui ho reso omaggio a Padova una settimana fa.
Cenerentola. Storia emblematica ed eterna. Antonia, che collabora con noi per la scelta dei testi, trova decine di versioni della primitiva fiaba di Perrault. Ne esistono, nel mondo, 345. Russa, cinese, svedese, egiziana, inglese, scozzese ecc.
Decidiamo di chiamare il nostro Recital C’era una volta Cenerentola.
E poiché Prokofiev aveva scritto di considerare questa favola come “una cornice per una rappresentazione di esseri umani , con le loro passioni e le loro debolezze” ci mettiamo dentro di tutto, amore, passione, rimpianto….con le parole di grandi poeti:  Saffo – Michelangelo – Achmatova  – Lasker Schüler – Valduga – Cardarelli – Ungaretti – Tagore.
Un bellissimo successo.
Dobbiamo assolutamente farlo anche a Roma. Ma non è facile in questo momento economicamente disastrato trovare lo spazio giusto.

Giugno 2008
Faccio alcune “pose” (un cammeo, come lo chiamano) in un film di Vincenzo Salemme, La locandina di No ProblemNo problem, che è uscito in questi giorni (ora che scrivo è Ottobre).
Faccio la madre del protagonista, un personaggio assurdo, ma tant’è. Lui, Salemme, è una persona adorabile. Mi tratta con tenerezza, ammirazione e humour. Ma tutta la troupe è simpatica. Si fanno tutti in quattro per trovarmi da sedere, portarmi il caffè e l’acqua fresca, mettermi all’ombra. Fa un caldo bestiale. La vecchietta va salvaguardata.
Ma in definitiva il lavoro del cinema mi annoia. Attese di ore per girare 5 secondi. E poi, invece, sul set, si fa tutto in fretta. Niente prove, si gira e via! No, non è per me.
Il film non l’ho ancora visto. Pare che il pubblico corra. La critica invece è stata bruttina. Sul “Corriere della Sera” Maurizio Porro gli dà, come voto, 5. Poi però scrive: “…quando arriva Anna Proclemer si capisce cosa vuol dire avere una dizione e sapere usare gli occhi.”  Evviva!

5 Luglio   2008 - Zagarolo
Premio Goffredo Petrassi
Nel giardino di Palazzo Rospigliosi  l’ennesimo “premio alla carriera” (ahi!). Ma il premio è nel nome di un grande musicista, e questo mi lusinga, visto che sono una melomane;  e la scultura di ceramica è particolarmente bella. E poi i premiati sono tanti e illustri. Franco Nero, Arnoldo Foà, Gianfranco Jannuzzo, Pino Quartullo, Oreste Lionello, Pippo Baudo, Alda d’Eusanio, Riz Ortolani ecc.
A tutti i premiati è stata chiesta una piccola esibizione. Ci esibiamo tutti, chi più chi meno. La serata sta diventando lunghissima. E’ calata un’umidità bestiale. I miei piedi, nei sandali, sguazzano nell’erba gelida e bagnata.
Io ho riproposto il mio solito Sant’Ambrogio. Ho già scritto che valore ha per me questa poesia (che dal punto di vista puramente lirico non è poi bellissima) in questo tempo di oscurantismo razzista. E la platea che ho davanti, fra contesse, duchesse, “nostalgici”, “riccastri di provincia”, pseudo-vip televisivi, forse una lezioncina dal buon Giusti se la merita.
Incassano benissimo e applaudono freneticamente.

29 Agosto 2008  -  Venezia

La Mostra del Cinema mi ha invitato alla presentazione del film di Luigi Zampa Anni difficili , tratto dal Vecchio con gli stivali, prezioso racconto di Brancati. Il film è del ’48 ed è stato restaurato.
Questo film – a suo tempo – suscitò un vespaio. Fu accusato da destra (Momento sera) e da sinistra (Vie Nuove) di essere diffamatorio verso il Paese. Ci furono, contro il film, interpellanze alla Camera e al Senato, che chiedevano “l’immediato sequestro e la distruzione dell’infame pellicola”.
E invece, a sorpresa, Giulio Andreotti, che pure stava operando preoccupanti tagli a Ladri di biciclette (“I panni sporchi si lavano in famiglia”), prese le difese del film. “E’ fuori luogo l’affermazione che questo film offenda la dignità nazionale”, scrisse. Misteri.
Invece il critico dell’Unità  stroncò brutalmente il film. E Palmiro Togliatti scrisse all’Unità (praticamente il giornale del suo partito) una lettera in cui stroncava il critico dell’Unità ed esaltava il film.
Io trovo che siano storie meravigliose – che mostrano un’Italia, con tutte le sue contraddizioni e anche assurdità, ancora viva e partecipe.
Ho visto il film, a Venezia.
E’ bellissimo, estroso, commovente, comico, ideologicamente importante. Il pubblico della Sala Volpi, alla fine, ha applaudito in piedi.
Il protagonista, Umberto Spadaro, ebbe  negli USA  un successo immenso.  “Magistrale interpretazione chapliniana di Spadaro” scrisse il TIME.
Le analogie che troviamo nel film con l’Italia di oggi fanno tremare.
Privilegi, clientelismi, manovre di potere, demagogìa, menzogne, conflitti d’interessi….mio dio, mio dio!

30 e 31 Agosto 2008  - Venezia

Con Antonia lasciamo la gabbia di matti del Lido e ci installiamo due giorni a Venezia.
Un'opera di Francesco GuardiEcco, qui, veramente, vorrei avere la penna dello scrittore, per dirvi cos’è Venezia per me. Cosa mi incanta, cosa mi fa sdilinquire, cosa eccita la mia fantasia, cosa accarezza il mio orecchio musicale, cosa gratifica fino all’estasi i miei occhi, cos’è che mi spinge a pensare che qui, ecco, davvero, ci metto la firma, vorrei morire.
Niente, nel mondo, è come Venezia.
Eppure di Little Venice, Kleine Venedig ecc. nel mondo ne ho trovate a diecine. Dall’Islanda agli USA, dalla Danimarca all’Africa. E cos’erano? Un paio di canaletti, un po’ di case di pescatori variopinte e…basta. Venezia. La Venezia di Goldoni, di Vivaldi, del Canaletto, di Guardi, di Tiziano, di Giorgione, di Tiepolo….
No, no, io non posso parlarne. L’hanno fatto loro, gli artisti veri, e in loro io mi tuffo, con sorridente disperazione.

10 Settembre 2008  -  Teatro Olimpico  - Vicenza
Si dice che un Premio Olimpico, in Italia, è come un Tony Award – cioè un Oscar del Teatro in America.
Sì, va bè, insomma, non so, forse; certo che mi ha fatto molto piacere vedermelo assegnato, anche perché questo non è un Premio alla Carriera, ma un premio speciale del Presidente della Giuria, Gianni Letta, come riconoscimento per chi “ha fatto la storia del teatro, in un’ideale staffetta fra i grandi maestri e gli attuali protagonisti”.
La premiazione, condotta con sapienza e arguzia da Tullio Solenghi, ha luogo in quel miracolo che è il Teatro Olimpico di Vicenza del Palladio, con quelle geniali prospettive scenografiche dello Scamozzi.
Nel video incluso potete vedere, intanto il teatro, e poi quanto io sia emozionata e commossa.
Uno spettacolo quasi indecoroso.

15 Settembre 2008  - Benevento

Regine.
Bene, mi pare. Senza né infamia né lode.

20 Settembre 2008  - Riva del Garda

Come sapete io parlo sempre con amore della nostra Anna dei Pianoforti.
Ma questa serata del 20 Settembre è stata davvero speciale. “C’erano gli dei…” come diceva Renzo Ricci.
Il dialogo fra me, Antonio, Savinio, il pianoforte e il pubblico, ha raggiunto un’incandescenza e una “corrispondenza di amorosi sensi” che non è facile creare.
E’ raro che io sia soddisfatta di una mia prestazione. Di questa serata a Riva del Garda io sono felice senza condizioni.

 
 
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