Dal 2008 al 2013
 
 

Ti prego, non fare morire il mio sito!”, diceva. E: “Anche se poi, una volta che non ci sono più, chissene frega.” E aggiungeva: “Però mi dispiacerebbe.

Ligia ai desideri di mia madre, provvedo. Con voce e parole mie.

Fra le sue carte ho trovato una lista: Aggiornamenti Sito ANNA PROCLEMER 2008- 2013, una di quelle cose che lei assolutamente non voleva: la lista commemorativa di successi e benemerenze.

Avrebbe dovuto rimpolparla lei con le sue divagazioni e racconti – ma non se l’era sentita. Tocca a me.

Il 30 novembre 2008 è all’Auditorium dell’Aquila per uno dei melologhi che ama tanto: “ Dante e Messiaen” ovvero: La Divina Commedia in dialogo con le Sette “ Visions de l’Amen” di Olivier Messiaen.

Al pianoforte gli amati Antonio Sardi de Letto e Orietta Caianello dello Ianus Piano Duo (In teoria, avrei dovuto mettere il nome di Orietta prima di quello di Antonio, ma mia madre amava più gli uomini delle donne e ho scritto come avrebbe scritto lei.)

Il 30 gennaio 2009 siamo insieme a Milano. Dopo Venezia e Modica, anche a Milano, allo spazio Oberdan, nella 7° edizione della rassegna Il Cinema Italiano visto da Milano, si presenta la copia restaurata di “Anni difficili” di Luigi Zampa, con soggetto e sceneggiatura di mio padre, Vitaliano Brancati. Il film, all’uscita, aveva avuto guai con la censura. Ricordando quei tempi, mia madre ha letto alcuni brani di una lettera che nel 1948 mio padre aveva scritto al direttore di Momento Sera in risposta ai violenti attacchi di questo giornale al film. E’ una lettera bellissima, e mi piace qui citarne alcuni brani:

“… Il nostro amore per l’Italia, anche se si esprime, o meglio, appunto perché si esprime con censure e amari sorrisi, è più serio che non i trasporti di coloro che si professano a voce alta custodi dell’onore nazionale. Questa professione, a parte che dal ’22 al ’45 è stata ben remunerata, riesce dannosa al nostro Paese più dei terremoti e le carestie. Non erano infatti custodi dell’onore nazionale, coloro che spinsero l’Italia in una guerra che, vinta, l’avrebbe resa serva della Germania e, perduta, l’avrebbe mutilata e impoverita? Io sono rimasto molto addolorato quando ho appreso che tre senatori, ricchi di tutta l’autorità che conferisce loro il fatto che la dittatura è finita e il Paese è ormai libero di scegliere i suoi rappresentanti, abbiano presentato un’interpellanza contro un film dedicato alla satira e al disprezzo della dittatura. Perché infatti quella che si colpisce e offende continuamente in Anni Difficili non è l’Italia, ma la tirannide con tutti i mali che l’accompagnano: l’ipocrisia, l’avvilimento, l’entusiasmo comandato, il sacrificio senza felicità per una patria diventata madrigna, lo spionaggio, la tronfiezza. Mi dispiace che anche Lei chiami dignità nazionale la tetraggine della tirannide. In questo modo, anche Lei contribuisce a rendere più pesante l’aria che si respira in Italia… un’aria in cui coloro che preferirono l’esilio all’orbace vengono chiamati traditori della Patria, non tenendo conto che la Patria era là dove pochi uomini parlavano liberamente e non qua dove tutte le parole e gli atti erano infirmati dalla costrizione, da quella pistola da brigante che ciascun cittadino si sentiva appoggiare alla tempia ogni volta che doveva esprimere la sua opinione…”

Grande successo del film e dei discorsi di contorno, con tanto di – tristissimi – parallelismi con l’epoca attuale.

A febbraio 2009, una lettura della amata Anna Achmatova all’AUDITORIUM Parco della Musica di Roma, poi, al Teatro Nuovo di Spoleto, la presentazione alla Stampa di “ Animali e Bestie “, un recital andato in scena a marzo, composto da cinque racconti di Luis Gabriel Santiago con musiche di Fabrizio De Rossi Re, suonate al pianoforte da Antonio Sardi De Letto.





Pasqua 2009. Dovevamo, come al solito, fare la cena di Pasquetta a casa Proclemer, organizzata da me e Enrico con e per gli amici storici. Due giorni prima di Pasqua, mia madre non si sente benissimo, e decide di andare alla Bios a farsi se non altro controllare cuore e polmoni. Lì conosciamo la dottoressa Alessandra Fabretto, con cui poi diventiamo amiche, che convince mia madre a farsi ricoverare per accertamenti al Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina. Per fortuna: perché si scopre che ha una broncopolmonite doppia e i polmoni pieni di liquido. Al momento di dimetterla, le fanno una tac – e scoprono un aneurisma all’aorta. Lei vorrebbe fregarsene, i medici del Fatebenefratelli vogliono ricoverarla d’urgenza a Roma 3 per farla operare dal Professor Chiariello. Lei non ne vuole sapere e telefona ad Albertazzi: “Questi pazzi mi vogliono far operare al cuore!”, dice lei. “Non ti far mettere le mani addosso se non dal mio amico Chiariello: è un luminare!”

La coincidenza della concordia generale su Chiariello fa accettare a mia madre l’operazione. Tutto va per il meglio, anche se l’anestesia le procura strani sintomi: mentre è in rianimazione si convince di aver scritto un libro sulla nobiltà nera. Peccato che poi rovini l’effetto chiedendo a mio marito: “Ma che è, poi, questa nobiltà nera?”

Una mattina decide di fingersi morta: la trovo circondata da professori in camice che scuotono la testa e non capiscono perché non si svegli: sta semplicemente facendo i capricci; un giorno la vado a trovare e mi guarda con gelido odio perché “l’ho fatta operare”, vado a prendermi un caffè per evitare di strangolarla e quando torno la trovo che guarda con occhi dolcissimi il professor Chiariello, mandandogli bacini per ringraziarlo di averla operata: la voglia di strangolarla si fa sempre più forte. Qualche tempo dopo ammetterà che i postumi dell’anestesia l’avevano fatta abbastanza uscire di testa. Ma visto che le avevano appena aperto il torace come a un pollo, una momentanea follia è certamente preferibile a un dolore postoperatorio che poteva essere insopportabile.

Il suo ottantaseiesimo compleanno lo festeggia a casa, con pochi amici. Si è ripresa benissimo. Purtroppo, dopo circa un mese, un altro duro colpo: una peritonite purulenta e un’altra operazione d’urgenza. Questa volta siamo al Quisisana, e il chirurgo è il professor Grassi, che all’una di notte, appena finita l’operazione, viene a dirmi che lui ha fatto il possibile, ma che la situazione… bah… chissà… ed esce dalla stanza scuotendo la testa e mormorando bestemmie. La mia sensazione è stata: stavolta ci siamo giocati la Proclemer. Per i due giorni seguenti, giro per la clinica con le fotocopie di un vecchio testamento biologico di mia madre (che in Italia non valeva comunque niente – e lo sapevo) dicendo come in una litania, niente accanimento terapeutico, niente accanimento… Credo che abbiano pensato che volevo liberarmi di mia madre: mi guardavano come una figlia indegna. Poi una dottoressa di rianimazione mi dice: “Guardi che noi facciamo terapia – senza accanimenti. Anzi, perché non viene a salutare sua madre, che si è svegliata?” Questa seconda operazione salva-vita nel giro di tre mesi è però stata un duro colpo, che lascia mia madre con la coscienza della propria fragilità.

Sarebbe più riuscita a lavorare? Ricomincia praticamente subito. Il 23 ottobre per RAI 3, naturalmente gratis, perché la Rai – udite udite! – non ha soldi, registra la “Cenerentola “ Suite sinfonica di Serghiei Prokofiev già fatta a Ferrara: Proclemer voce recitante e al pianoforte Antonio Sardi de Letto e Orietta Caianiello. A Novembre, al teatro Ghione di Roma, “ Anna dei Pianoforti “ con Antonio Sardi De letto.



A dicembre, sempre con Antonio, alla Sala Casella una nuova lettura di “Animali e Bestie” di Luis Gabriel Santiago Dal 2010 al 2013 Ricordo le cose principali: “ANNA dei PIANOFORTI” (uno degli spettacoli che lei amava di più) a Rieti, in Marzo 2010. In Aprile un viaggio nella amata Londra per la Giornata Mondiale del Teatro (si trattava del primo anno che l’Italia s’era finalmente unita al consesso dei paesi che ritengono che il teatro sia abbastanza importante da meritarsi una sua giornata – purtroppo tutta l’attenzione del nostro paese per il teatro è finita lì).

All’Istituto Italiano di Cultura si festeggia il teatro con un recital di poesie. A Maggio, 15 repliche di “Anna dei Pianoforti” al Teatro Biondo di Palermo. Il 30 luglio, a Massa Carrara, una “Piccola Cavalcata nella Poesia d’Amore Italiana” Nel Marzo 2011 è di nuovo invitata all’Istituto Italiano di Cultura di Londra, per le celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia: coinvolge me e Antonio Sardi de Letto, e, col titolo Va’ Pensiero, presentiamo racconti, citazioni, aforismi sull’Italia e sulla lingua italiana, e musiche che fanno da contorno a un recital di alcune delle poesie preferite dalla Proclemer.

In primavera, Albertazzi parla di coinvolgere Proclemer in un suo spettacolo su Shakespeare: “ Amleto e altre storie “ La sua idea è di interpretare insieme la scena del balcone di “Romeo e Giulietta”; dice: “Pensa che divertente: noi due vecchi che facciamo la parte dei ragazzini innamorati!”. Divertente, sì, risponde Proclemer, ma come mi presenti?, come giustifichi?, bisogna creare un “fatto” teatrale perché la mia partecipazione abbia un senso… Albertazzi dice – come sempre – “Sì sì, certo certo.” – promette di pensarci, ma poi non ne ha tempo.

Anna e Ferzan OzpetekIntanto, sul programma del festival di Todi, la presenza della Proclemer è annunciata a grandi titoli. Che fare? Finisce che Proclemer entra alla fine dello spettacolo, si toglie la soddisfazione di recitare l’ Essere o non Essere (in inglese) e poi schiaffa lì il suo Dante (V dell’Inferno e XXXIII del Paradiso) e si prende una standing ovation. Dato che non sa stare senza fare niente, quell’autunno raccoglie i suoi diari di viaggio – viaggi di piacere e di vacanze, non di lavoro. Sa che per essere pubblicati da una casa editrice andrebbero editati e sistemati, ma a lei fa piacere lasciarli così come sono: li pubblica in self-editing per farne una strenna per gli amici.

Verso novembre, Ferzan Ozpetek la vuole per il film Magnifica Presenza. L’incontro con Ozpetek è l’inizio di una bella amicizia, (non una di quelle amicizie “cinematografiche” che finiscono con la fine delle riprese del film). Ferzan le farà sentire la sua tenera vicinanza fino alla fine. Magnifica Presenza è praticamente l’ultimo impegno professionale della Proclemer, ma la tiene occupata ad andare a ricevere premi per tutta la prima metà del 2012. Il tweet di Ferzan Ozpetek
Mia madre Anna Proclemer, era nata il 30 di maggio. Nel 2011, il suo compleanno è stato funestato dalla morte del suo amato pianista Antonio Sardi De Letto, indimenticabile, e ricordato il 30 maggio 2012 con un “Concerto per Antonio” nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra. In quell’occasione, per Antonio, mia madre, accompagnata dall’organista Livia Mazzanti, ha recitato “Quant’è bella giovinezza, ovvero il Trionfo di Bacco e Arianna” di Lorenzo il Magnifico.

Il 25 Aprile 2013, mia madre è morta nella sua casa di Roma. Il 30 maggio 2013 avrebbe compiuto 90 anni. Ha mancato di poco il suo compleanno, ma ha voluto che gli amici fossero comunque invitati, proprio quel giorno, a casa sua, per una festa in sua memoria. Come lei voleva, ci sono stati sorrisi, brindisi, poesia, musica – e molta tenerezza.

Il 31 maggio, in Campidoglio, è stata data la notizia che il glorioso teatro delle Arti, dove mia madre ha iniziato la sua carriera nella Compagnia di Anton Giulio Bragaglia, verrà restaurato, riaperto e intitolato a lei.

 
 
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