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Il 24 Luglio scorso, a Catania, Antonia ed io abbiamo celebrato con la lettura di questo Viaggio attraverso Brancati il centenario della sua nascita.
Non siamo più esattamente nel centenario, ma mi sembra doveroso rendergli omaggio anche qui, a Roma, città che lui amava, dove ci siamo conosciuti, sposati, dove abbiamo convissuto per anni, dove vivevano alcuni dei suoi amici più cari.
"Vitaliano Brancati , nato a Pachino, estrema punta sud della Sicilia, era profondamente legato alla sua terra, ai suoi colori, agli odori, alle luci della sua isola. Ma nel 1942, al Teatro dell’Università di Roma, dove si rappresentava un suo atto unico, Le trombe di Eustachio, ci incontrammo. In quel teatro io stavo provando Minnie la candida, commedia di Massimo Bontempelli con la quale di lì a poco avrei debuttato. Si innamorò subito di me. Complice anche, forse, l’istintiva attrazione che ogni meridionale che si rispetti prova per una donna del Nord. Io sono nata a Trento.
Io non corrisposi subito al suo sentimento. La guerra per qualche anno ci divise. Ci sposammo, a Roma, nel 1946. Nel ’47 nasceva Antonia.
Per inciso dirò che sono orgogliosa di essere riuscita a convincere Antonia ad affiancarmi in alcuni pezzi che ho scelto di leggere. Non è stato facile vincere la sua ritrosìa a mostrarsi in pubblico e a esibirsi insieme a me. Mi sono stati buoni alleati il suo grande amore per il padre e la sua sconfinata ammirazione per la sua opera.
Roma. Tutti i giorni ci incontravamo con gli amici alla Libreria Rossetti e poi da Rosati. Gli amici. Ercole Patti. Ennio Flajano. Alberto Moravia. Sandro De Feo. Amerigo Bartoli. Vincenzo Talarico. Mario Pannunzio.
E la domenica nel Salotto Bellonci (da cui poi nacque il Premio Strega). E a casa di Emilio Cecchi, incontri che poi Leonetta Cecchi Pieraccini riportava nel suo prezioso diario…. Bei tempi. Tempi ricchi di fervore, di sani contrasti, di intelligenze vivide, forse anche di speranze.
Tempi che non abbiamo saputo apprezzare abbastanza, mentre li stavamo vivendo. Tempi che se li confronto con lo squallore e la solitudine di oggi mi sembrano appartenere a un età dell’oro."
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